venerdì 27 maggio 2011

art. 75 (Referendum popolare)


È indetto referendum popolare per deliberare l'abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali.

Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali.

Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati.

La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.

La legge determina le modalità di attuazione del referendum.



Diritto e Dovere di voto




La democrazia è una forma di governo caratterizzata da una partecipazione attiva del popolo alla vita politica del paese.
Quella italiana è una democrazia rappresentativa, in cui il popolo, al quale appartiene la sovranità, dà mandato al Parlamento di rappresentarlo secondo le regole della maggioranza.
Il Parlamento viene eletto da tutti i cittadini che hanno diritto di voto.

Una delle maggiori conquiste delle moderne democrazie è il suffragio universale cioè, l’estensione del diritto di voto a “tutti i cittadini, uomini e donne che hanno raggiunto la maggiore età”. Come prevede anche l’articolo 48 della Costituzione l’ammissione al voto non è legata a motivi economici, culturali, di religione o di sesso.
Questa uguaglianza rispetto al diritto di voto è una delle più concrete manifestazioni della parità dei diritti di cui godono i cittadini come tutelata dall’art. 3 della Costituzione.

Il voto, secondo quanto previsto dallo stesso articolo 48, ha le seguenti caratteristiche:
- è personale: l’unico modo per votare è quello di recarsi personalmente al seggio e di segnare sulla scheda la propria scelta;
- il voto è eguale: non ci sono voti che valgano più di altri, ogni voto ha lo stesso valore e concorre nello stesso modo alla formazione della volontà popolare, da chiunque sia espresso;
- il voto è libero: ad ogni elettore deve essere concessa la facoltà di attribuire il proprio voto a chi ritenga più meritevole della sua fiducia, senza alcuna imposizione da parte di altri;
- il voto è segreto: proprio per tutelare la libertà del voto e per proteggere l’elettore da possibili pressioni esterne.

La Costituzione italiana, ancora all’articolo 48, stabilisce che l’esercizio del diritto di voto costituisce l’adempimento di un “dovere civico” che favorisce lo sviluppo della comunità, ma non è anche un obbligo: ciò vuol dire che nessuno può essere costretto a recarsi alle urne per votare.

Il voto non può essere obbligato per legge, ma non per questo non ci si deve sentire ugualmente obbligati "moralmente" ad esercitarlo.
E' un dovere civico e morale nei confronti dei nostri concittadini e compatrioti, in particolar modo in sede referendaria, quando è necessario raggiungere un quorum perchè il referendum sia ritenuto valido.